I loro monasteri sono divenuti deposito del passato e punto di speranza per il futuro, simbolo di coloro che cercano di costruire un'Europa unita e cristiana
8 maggio 2015 | di Giancarlo Cocco | Cultura - Europa - Libri - Religione
«Oltre 1400 anni fa transitava per le vie di Milano un uomo attempato con bisaccia al collo, sguardo fiero e occhi penetranti…si chiamavaColombano, asceta irlandese, proveniva da quella terra allora definita “finis terrae”. Fu ben accetto alla corte di Agilulfo e Teodolinda e fu uno dei più grandi europei del suo tempo…»
Così inizia l’ultimo libro di Enzo Farinella,”Sulle strade del mondo / On the Pathways of the World” che ripercorre i rapporti che i monaci, partiti dall’Irlanda, intrecciarono in Europa.
Enzo Farinella, collaboratore dell’Ansa e corrispondente di Radio Vaticana dall’Irlanda, un passato da addetto dell’Istituto italiano di Cultura a Dublino e al momento direttore di Casa Italia, punto di riferimento per i tanti italiani che vivono nella verde Irlanda, ha presentato il suo libro qualche giorno fa nella chiesa di S.Agostino a Grottammare Alta (Ascoli Piceno) a un folto pubblico.
L’evento si è svolto nella chiesa fatta costruire dai padri agostiniani e consacrata nel 1530 dal vescovo di Fermo Gaddi. Si dice che in quelle mura dimorò, per qualche giorno, il monaco agostiniano Martin Lutero nel suo viaggio verso Roma.
Dopo il crollo dell’Impero Romano nel 476 d.C. – racconta Farinella – in una Europa sconvolta da decadenza dei valori morali, invasioni barbariche e carestie, partono dall’Irlanda la rievangelizzazione e la rinascita culturale e morale del continente europeo. Nel 782 un monaco irlandese, Dungal, venne inviato da Carlo Magno a Pavia la capitale dei Longobardi e dei Franchi in Italia a presiedere la Scuola Palatina locale che sarebbe poi divenuta l’Università di Pavia.
Colombano, Cataldo, Frediano, Donato fondarono monasteri che sarebbero divenuti comunità, molte città europee, prosegue Farinella, sono state fondate da monaci provenienti dalla cattolica Isola di San Patrizio mentre «la vita e la cultura europee sonnecchiavano», così Luxueil in Francia, Wurburg e Ratisbona in Germania, Iona e Lindisfame in Gran Bretagna.
I monaci irlandesi elaborarono autentici capolavori di calligrafia come il Libro di Kells, manoscritto prodotto tra l’VIII ed il IX secolo. Si deve ad essi la preservazione della Bibbia e dei Classici. La conoscenza e la lettura permise loro di divenire consiglieri alla Corte di Carlomagno e di altri monarchi ma ancheeducatori e fondatori di università.
Colombano è il rappresentante più eminente tra i monaci irlandesi. Predicò la fede cristiana tra i franchi, gli svevi e i longobardi. Scrisse al Papa e ai Re in difesa della dignità umana proclamando messaggi di pace e universalità. Contribuì con la propria missione evangelizzatrice alla costruzione dell’Europa fondata su valori cristiani e sul primato del bene comune.
Robert Schumann, uno dei padri costituenti dell’Europa, scrisse che: «Colombano è il Santo Patrono di coloro che cercano di costruire un’Europa unita e cristiana». Parole oggi quanto mai fondamentali in un momento di crisi per l’Unione europea.
Farinella racconta nel suo libro anche episodi poco conosciuti sull’invasione inglese in Irlanda da parte di Cromwell nel XVII secolo, quando vandalizzò la Cattedrale di St.Mary in Limerick usandola come stalla per i suoi cavalli e ci narra che «durante le Leggi Penali» nel XVII e XVIII secolo gli «inglesi offrivano 5 sterline per la testa di un prete o di un lupo e 10 sterline per la testa di un vescovo».
Un libro “sulle strade del mondo” con traduzione inglese a fronte che presenta i contributi introduttivi dell’ambasciatore italiano a Dublino Giovanni Adorni Braccesi Chiassi e dell’omologo irlandese a RomaBobby McDonogh, libro che identifica i monaci irlandesi come «la roccia che conferma la fede» e promotori dei valori fondamentali della vita cristiana, primo fra tutti il diritto alla vita della persona umana ma anche il valore etico e culturale delle diverse identità religiose.